sabato 2 febbraio 2013

Leninismo e stalinismo a confronto


L'affermazione dello stalinismo: continuità e rottura rispetto al passato
L'involuzione autoritaria dello stato sovietico voluta da Stalin rappresentò una specificità della sua impostazione politica o fu piuttosto una conseguenza naturale del modo in cui già Lenin aveva impostato i rapporti fra partito e stato?
Caratteri dello stalinismo
Sui caratteri del regime instaurato da Stalin è ancora in corso un acceso dibattito storiografico. Nei decenni passati gli storici e gli intellettuali sovietici sostenevano che il regime staliniano non avesse assunto specificità tali da distinguerlo dalla tradizione del marxismo-leninismo impostasi in Russia con la rivoluzione d'ottobre. Tale posizione è stata sostenuta anche, sia pure con motivazioni affatto diverse, da molti studiosi occidentali di orientamento anticomunista, i quali hanno sottolineato lo stretto legame di continuità fra leninismo e stalinismo: entrambe furono due spietate dittature e quindi la seconda non fu altro che la naturale evoluzione della prima.
In realtà, fra l'età di Lenin (1917-24) e quella di Stalin (1924-53) è possibile rintracciare sia elementi di continuità, sia elementi di rottura. Il regime leninista, sebbene fondato sul potere personale del principale artefice della rivoluzione, fu privo dei caratteri totalitari dello stalinismo.
La Nep, avviata da Lenin nel 1921, consentì lo sviluppo, sia pure con forti limitazioni, di una imprenditoria privata che, se si fosse pienamente dispiegata, avrebbe forse potuto avere effetti sul sistema politico nel senso di una sua parziale liberalizzazione e di un superamento dei caratteri più marcatamente illiberali del leninismo. Tuttavia, nella concezione leninista non c'era spazio per il pluralismo politico, né per la libera dialettica tra forze politiche diverse. Il partito unico come centro del potere politico, motore del processo di trasformazione e strumento di controllo della società civile, è parte integrante del bolscevismo ben prima dell'affermazione di Stalin. Per Lenin, però, il potere dispotico del Partito bolscevico, effettivamente manifestatosi durante il “comunismo di guerra”, non costituiva l'essenza dello stato socialista, dal momento che l’affermazione della rivoluzione in Europa, da lui auspicata, avrebbe consentito di allentare la stretta autoritaria e centralistica del partito per dar vita a nuove forme di autentica democrazia popolare. Viceversa Stalin, dalla seconda metà degli anni venti, impose progressivamente un regime totalitario fondato sul terrore e sull'imposizione dall'alto di un controllo coercitivo e sistematico di tutti gli aspetti della vita sociale ed economica. Questi caratteri non erano parte del programma politico di Lenin, anche se non è dato sapere come si sarebbe comportato Lenin una volta constatata la necessità di gestire il “socialismo in un solo paese”. Un particolare infine va rilevato, e cioè che i militari e i quadri di partito (comprendente allora poco più di 200.000 iscritti) che realizzarono la rivoluzione caddero in gran parte durante la guerra civile, mentre il partito che successivamente si insediò al potere fu composto da una classe politica perlopiù nuova e costruita a immagine e somiglianza del suo leader mediante l'eliminazione anche fisica degli oppositori interni.
Origini e fattori dell’affermazione dello stalinismo
Comunque sia, al di là di qualsiasi giudizio morale o politico sull'operato dei due padri fondatori dell'Unione Sovietica, è necessario comprendere le condizioni storiche che resero possibile l'avvento della dittatura staliniana. Anzitutto, già negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione, il partito aveva concentrato in sé tutto il potere politico, sottraendolo allo stato, che aveva raggiunto ormai il collasso. In questo passaggio della storia della rivoluzione vanno rintracciate le radici dello stalinismo. Inoltre va tenuto presente che la società russa, dopo quasi dieci anni di distruzioni determinate dalla guerra mondiale e dalla guerra civile, aveva conosciuto perdite materiali e umane ingentissime. Citiamo a questo proposito lo storico cecoslovacco Reiman, autore del libro La nascita dello stalinismo: “Per un periodo di dieci-quindici anni (dal 1914-17 al 1927) gli obiettivi di sviluppo accelerato non furono concretamente perseguiti. [….] La situazione era complicata dal fatto che la crisi maturava in un paese che era appena uscito da un periodo di terribili sconvolgimenti sociali, in un paese in cui il nuovo ordine di cose aveva forme ancora molto fragili. Tutte le idee tradizionali sulle norme della convivenza umana e tutta la precedente scala di valori erano distrutte, mentre nuovi valori stavano appena nascendo e il sistema dei rapporti sociali era instabile, non essendosi ancora sufficientemente solidificato”.
Un altro dei fattori che accelerarono l'affermazione dello stalinismo fu il fallimento della rivoluzione europea, che isolò il nuovo Stato sovietico: il “socialismo in un solo paese” costrinse il paese a moltiplicare gli sforzi per sostenere lo sviluppo forzato della struttura industriale, accentuando la concentrazione del potere nelle mani della nuova burocrazia del Partito comunista.
E infine non va dimenticata la pesante eredità del passato. In un paese agricolo e arretrato che non aveva mai conosciuto l'esperienza della democrazia borghese moderna e aveva vissuto sotto la duplice oppressione dell'aristocrazia fondiaria e della burocrazia zarista, la centralizzazione del potere politico e la statalizzazione dell'economia si inserirono in una linea di continuità secolare.
Non pochi furono infatti gli elementi comuni fra i due sistemi, entrambi fondati sul potere assoluto di un capo carismatico, sul controllo capillare e pervasiva della burocrazia (prima zarista, ora di partito), sulla centralità dello stato come promotore dello sviluppo economico, sulla debolezza estrema della società civile, priva di luoghi di espressione e di forme di rappresentanza.


Da I saperi della storia De Bernardi Guarracino, Bruno Mondadori, pag 140 e 141.

Nessun commento:

Posta un commento

E' preferibile firmare i commenti. Grazie