sabato 2 febbraio 2013

Il testamento di Lenin


Il testamento di Lenin
Nel dicembre 1922, quando già il male che lo condurrà alla morte si era manifestato, Lenin dettò alla moglie quello che sarebbe divenuto famoso come il suo "testamento". Lenin aggiunse al testamento un poscritto su Stalin, nel quale egli invitava i dirigenti del comitato centrale a rimuoverlo dall'incarico che ricopriva.

Non erano questioni personali quelle che animavano Lenin a lasciare una testimonianza scritta sui principali esponenti del partito e in particolare su Stalin, ma la convinzione del danno che avrebbe potuto rappresentare la leadership di un uomo nel quale scorgeva esaltati quei tratti degenerativi del sistema autoritario e burocratico che stava prendendo piede in Unione Sovietica.
Pericoli di scissione nella rivalità Stalin-Trockij
«II nostro partito poggia su due classi, e pertanto è possibile una sua instabilità e, se non c'è accordo tra queste classi, la sua caduta sarà inevitabile. In tal caso sarebbe inutile prendere qualsiasi misura o in generale discutere la stabilità del Comitato Centrale. In tal caso nessun provvedimento sarebbe in grado di impedire una scissione. Ma io confido che si tratti di un futuro troppo lontano e di un avvenimento troppo improbabile perché se ne parli. Penso alla stabilità come a una garanzia contro una scissione nell'immediato futuro, e mi propongo di esporre qui una serie di considerazioni di ordine esclusivamente personale. Ritengo che l'elemento fondamentale nel problema della stabilità - da questo punto di vista - siano membri del Comitato Centrale come Stalin e Trockij. Le relazioni tra loro rappresentano, a mio avviso, il più grave pericolo di una scissione, che potrebbe essere scongiurata, e il cui scongiuramento potrebbe essere favorito, a mio avviso, aumentando il numero dei membri del Comitato Centrale a cinquanta oppure cento. Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un potere immenso, e io non sono sicuro che egli sappia sempre usare questo potere con sufficiente prudenza.
D'altra parte il compagno Trockij, come ha dimostrato la sua lotta contro il Comitato Centrale in relazione con la faccenda del Commissario del Popolo alla Comunicazione, si distingue non soltanto per le sue segnalate capacità. Personalmente egli è, credo, l'uomo più capace dell'attuale Comitato Centrale, ma si distingue anche per l'eccessiva sicurezza di sé e per l'eccessiva inclinazione per l'aspetto puramente amministrativo del lavoro. Queste due qualità dei due più capaci dirigenti dell'attuale Comitato Centrale possono, senza volerlo, portare a una scissione e, se il nostro partito non prende misure per impedirla, una scissione può avvenire inaspettatamente [ ... ].»
Una dura critica a Stalin
"Poscritto Stalin è troppo rude, e questo difetto, del tutto tollerabile nei rapporti fra noi comunisti, diviene intollerabile nell'incarico di segretario generale. Perciò io propongo ai compagni di pensare al modo di rimuovere Stalin da quell'incarico e di nominarvi qualcuno che sotto tutti gli altri aspetti differisca da Stalin soltanto per una prerogativa, e precisamente che sia più paziente, più leale, più gentile e più premuroso verso i compagni, meno capriccioso ecc. Questa circostanza può sembrare un'inezia insignificante. Ma io penso che, al fine d impedire una scissione e dal punto di vista di quanto ho scritto sopra sui rapporti fra Stalin e Trockij, ciò non sia un'inezia, o sia un'inezia che può assumere un significato decisivo.» 

Da I saperi della storia De Bernardi Guarracino, Bruno Mondadori, pag 139.

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