Il testamento di Lenin
Nel dicembre 1922, quando già il
male che lo condurrà alla morte si era manifestato, Lenin
dettò alla moglie quello che sarebbe divenuto famoso come
il suo "testamento". Lenin aggiunse al
testamento un poscritto su Stalin, nel quale egli invitava i dirigenti del
comitato centrale a rimuoverlo dall'incarico che ricopriva.
Non erano questioni
personali quelle che animavano Lenin a lasciare una testimonianza scritta sui principali
esponenti del partito e in particolare su Stalin, ma la convinzione del danno che avrebbe potuto rappresentare la leadership di
un uomo nel quale scorgeva esaltati quei tratti degenerativi del sistema autoritario
e burocratico che stava prendendo piede in Unione Sovietica.
Pericoli
di scissione nella rivalità Stalin-Trockij
«II nostro partito
poggia su due classi, e pertanto è possibile una sua instabilità e, se non c'è
accordo tra queste classi, la sua caduta sarà inevitabile. In tal caso sarebbe
inutile prendere qualsiasi misura o in generale discutere la stabilità del Comitato
Centrale. In tal caso nessun provvedimento sarebbe in grado di impedire una scissione.
Ma io confido che si tratti di un
futuro troppo lontano e di un avvenimento troppo improbabile perché se ne parli.
Penso alla stabilità come a una garanzia contro una scissione nell'immediato futuro,
e mi propongo di esporre qui una serie di considerazioni di ordine
esclusivamente personale. Ritengo che l'elemento fondamentale nel problema della
stabilità - da questo punto di vista - siano membri del Comitato Centrale come
Stalin e Trockij. Le relazioni tra loro rappresentano, a mio avviso, il più
grave pericolo di una scissione, che potrebbe essere scongiurata, e il cui scongiuramento
potrebbe essere favorito, a mio avviso, aumentando il numero dei membri del
Comitato Centrale a cinquanta oppure cento. Il compagno Stalin, divenuto segretario
generale, ha concentrato nelle sue mani un potere immenso, e io non sono sicuro
che egli sappia sempre usare questo potere con sufficiente prudenza.
D'altra parte
il compagno Trockij, come ha dimostrato la sua lotta contro il Comitato Centrale
in relazione con la faccenda del Commissario del Popolo alla Comunicazione, si distingue
non soltanto per le sue segnalate capacità. Personalmente egli è, credo, l'uomo
più capace dell'attuale Comitato Centrale, ma si distingue anche per l'eccessiva
sicurezza di sé e per l'eccessiva inclinazione per l'aspetto puramente amministrativo
del lavoro. Queste due qualità dei due più capaci dirigenti dell'attuale
Comitato Centrale possono, senza volerlo, portare a una scissione e, se il
nostro partito non prende misure per impedirla, una scissione può avvenire
inaspettatamente [ ... ].»
Una
dura critica a Stalin
"Poscritto Stalin
è troppo rude, e questo difetto, del tutto tollerabile nei rapporti fra noi comunisti,
diviene intollerabile nell'incarico di segretario generale. Perciò io propongo
ai compagni di pensare al modo di rimuovere Stalin da quell'incarico e di nominarvi
qualcuno che sotto tutti gli altri aspetti differisca da Stalin soltanto per una
prerogativa, e precisamente che sia più paziente, più leale, più gentile e più
premuroso verso i compagni, meno capriccioso ecc. Questa circostanza può sembrare
un'inezia insignificante. Ma io penso
che, al fine d impedire una scissione e dal punto di vista di quanto ho scritto
sopra sui rapporti fra Stalin e Trockij, ciò non sia un'inezia, o sia un'inezia
che può assumere un significato decisivo.»
Da I saperi della storia De Bernardi Guarracino, Bruno Mondadori, pag
139.
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